venerdì 30 maggio 2014

Il TELEGRAFO

"Erano le due, e l'intero angolo della penisola
divampava di luce, che si rifletteva irreale sui cespugli e provocava sottili
luccichii prolungati sui fili telegrafici lungo la strada."
         (Capitolo 5, pag 66)
       
"Mi pare che fossero passati due giorni quando arrivò da una città del
Minnesota un telegramma firmato Henry C. Gatz."
         (Capitolo 9, pag 134) 

"Ero certo che sarebbe partito appena avesse visto i giornali, come pure ero certo che in mattinata sarebbe arrivato un telegramma di Daisy."
         (Capitolo 9, pag 133) 



La storia del telegrafo ricopre un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema delle comunicazioni, alla base di ogni rapporto umano. E' il telegrafo, ancor prima del telefono, ad aver permesso all' uomo di comunicare a distanza dati di vario tipo, facendo uso di determinati codici. Il suo sviluppo è legato a due figure fondamentali: Claude Chappe e Guglielmo Marconi. 
Il primo è autore di un sistema telegrafico basato su una catena di segnalatori, ossia telegrafi ottici posizionati su colline, torri e campanili di tutta la Francia che consentivano di passare messaggi a cascata da un telegrafo al successivo e così via fino ad arrivare a destinazione, già agli inizi dell'Ottocento. Il secondo, italiano, famoso per aver inventato il primo sistema di comunicazione telegrafica senza fili, tramite onde radio, anche se poi sarà Nikola Tesla il primo ad effettuare i primi lavori di telegrafia nel 1891.




Il telegrafo di Chappe

domenica 25 maggio 2014

Il CINEMATOGRAFO

"«Dove andiamo?» esclamò.
«Che ne diresti del cinematografo?»"
           (Capitolo 7,pag 101) 


"L'ultima cosa che ricordo fu di essermi fermato con Daisy a guardare il direttore cinematografico e la sua stella. "
          (Capitolo 6, pag 87) 



Un proiettore cinematografico degli anni '30


La storia del cinema:




sabato 24 maggio 2014

Uno sguardo al contesto: JAMES J. HILL

"«Se fosse vissuto, sarebbe diventato un grand'uomo. Uno come James J. 
Hill. Avrebbe aiutato a sviluppare il paese.» "
(Capitolo 9, pag 135)

James Jerome Hill

James Jerome Hill: per molti uno sconosciuto. Tuttavia, se guardiamo tra le righe del libro, qualcosa ci fa capire che quest' uomo probabilmente ha rappresentato tanto per il suo paese. A tal punto da poter addirittura essere considerato un modello di vita.
Di certo il suo contributo più importante è stato nella realizzazione delle prime railways americane verso la fine dell'Ottocento e soprattutto della Northern Railway: anche per questo egli fu soprannominato The Empire Builder. 
Una delle sue citazioni preferite era: 


"Give me snuff, whiskey and Swedes, and I will build a railroad to hell."

Automobili: la coupè

"Erano le sette quando salimmo con lui nel coupé e partimmo per Long
Island."
(Capitolo 7, pag 109)

"Nel fosso, lungo la strada, capovolto sul
fianco destro, con una ruota staccata, giaceva un coupé nuovo, partito dal
viale di Gatsby meno di due minuti prima"
(Capitolo 3, pag 44)

"Il coupé ci sfrecciò accanto con un turbinio di polvere e il guizzo di una
mano che salutava."
(Capitolo 7, pag 99)




Con la nascita delle automobili e con il rapido sviluppo che l'industria automobilistica mondiale ha conosciuto per tutto il '900, si iniziano a vedere sulle strade modelli di auto sempre diversi, in grado di soddisfare un pubblico sempre più ampio ed esigente. Di certo i personaggi del libro, in primis Gatsby, non sono da meno. La macchina, quindi, diviene sinonimo di velocità, lusso, futuro, ricchezza, tutti ideali protagonisti dei Roaring Twenties e che si ritrovano in ogni pagina del libro.

La coupè oggi: http://it.wikipedia.org/wiki/Coup%C3%A9

mercoledì 21 maggio 2014

Il TRENO

"Infine mi ritrovai mezzo addormentato nel gelido piano inferiore della Pennsylvania Station, a fissare la "Tribune" del mattino, in attesa del treno delle quattro."
                    (Capitolo 2, pag 32)

                  "Un pomeriggio andai a New York in treno con Tom..."
                  (Capitolo 2, pag 21) 
                  


 "Quando il mio treno sbucò dalla galleria nel sole, soltanto i fischi roventi della National Biscuit Company spezzavano il silenzio ribollente del mezzogiorno. I sedili di paglia della carrozza erano sul punto di accendersi;"
(Capitolo 7, pag 92)


Forse la più bella locomotiva a vapore carenata nordamericana, una bianca J-3a della NYC, conrodiggio Hudson. Il design era di Henry Dreyfuss.

La ferrovia ha rappresentato e continua a rappresentare ancora oggi, non solo per gli Stati Uniti, uno dei motivi principali nello sviluppo di un paese. Il grande miracolo che ha consentito di creare una grande nazione in grado di sostenere oltre cento milioni di uomini resisi liberi con la conquista del west è in parte dovuto alla diffusione delle ferrovie e dei treni che consentirono di coprire le oltre 3.000 miglia di distanza da oceano ad oceano in tempi ragionevoli e in sicurezza. L’idea della costruzione di una ferrovia negli Stati Uniti è stata concepita per la prima volta dal colonnello John Stevens, nel 1812, il quale descrisse le sue teorie in una raccolta intitolata “Documentazione tendente a dimostrare i grandi vantaggi delle ferrovie e dei carri a vapore rispetto all’uso dei canali di navigazione”. 


Nella lezione tenuta oggi dal prof Marchis tuttavia si evidenziava come fino all'800 è l'acqua la vera protagonista dello sviluppo delle prime città, basti pensare ai primissimi insediamenti in Mesopotamia, vicino al Tigri e all'Eufrate fino ad arrivare alla fondazione di Roma lungo le sponde del Tevere e così via. L'acqua, infatti, oltre ad essere uno dei beni di prima necessità per l'uomo, si è rivelata fondamentale nel settore dei trasporti ma anche in quanto fonte di energia, per i mulini prima e per tutte le fabbriche in seguito, che sfruttavano la sua potenza,convogliata in un apposito sistema di canali, per alimentare le macchine e portare avanti la produzione. La ferrovia, invece, la farà da padrona fino a quando, durante la prima metà del Novecento, ci si rende conto che il trasporto su gomma risulta maggiormente fruibile e con maggiori margini di sviluppo, aprendo la strada all'epoca dell'automobile.

Particolare della planimetria dei Canali Municipali della Città di Torino, fine Ottocento.



sabato 17 maggio 2014

I lussi della società americana benestante: lo YACHT

"Per il giovane Gatsby, che tenendo fermi i remi guardava in alto la ringhiera del ponte, quello yacht rappresentava tutta la bellezza e lo splendore del mondo" 
(Capitolo 6, pag 81)
" «È adorabile» esclamò Daisy. «Non mi hai mai detto di avere uno
yacht.» "
          (Capitolo 5, pag 76 )
  
        

Lo yacht, la piscina, l'idrovolante, la villa e la Rolls Royce. Di certo non se la doveva passare poi così male il giovane Gatsby, così come tutti i membri di quella fetta di società che egli rappresentava. Si trattava di un gruppo sociale i cui membri si erano arricchiti, così come il nostro protagonista, mediante attività illecite, contrabbando di alcolici e così via, anche se di certo non mancavano i rampolli delle famiglie benestanti dell'epoca. Possiamo dire che Fitzgerald ci offre uno spaccato quanto più è possibile realistico della vita di questo gruppo sociale proprio grazie alla figura di Gatsby, che trascorre la sua giornata occupandosi dei suoi loschi affari e divertendosi la sera ai festini di lusso organizzati nella sua villa di West Egg. Siamo ancora lontani da quelli che saranno gli anni della Grande Depressione, tutti inseguono il sogno americano in un periodo di straordinaria crescita economica. Come si suol dire, ci si diverte finchè si può!


La storia degli yacht : http://it.wikipedia.org/wiki/Yacht_(imbarcazione_da_diporto)



martedì 13 maggio 2014

Il GIORNALISMO

"L'irretimento non troppo di buon gusto col quale
Ella Kaye, la giornalista, fece da Madame de Maintenon nei confronti
della debolezza di lui e gli fece prendere il mare su uno yacht, era una
qualità comune del giornalismo magniloquente del 1902."
 
Capitolo 6, pag 81
        "Se leggete i giornali, saprete che è stato un grande successo."

         Capitolo 3, pag 41 

         "«Il seguito» disse, gettando il giornale sulla tavola «al prossimo numero.» "


         Capitolo 1, pag 16
"All'edicola comprò una copia del
Town Tattle e un giornale cinematografico."
         Capitolo 2, pag 23
"Un giornale ha detto che la pioggia sarebbe cessata verso le quattro. Credo che fosse il Journal."
         Capitolo 5, pag 68




Quelle riportate sopra sono solo alcune delle citazioni tratte dal libro che hanno come comune denominatore il giornalismo. In alcune di esse, come vediamo, si fa riferimento diretto a giornali dell'epoca, come il Town Tattle, il Journal o il Saturday Evening Post, di cui ho parlato in un post precedente. Altre invece riguardano il giornalismo in generale come, ad esempio, nella prima citazione, dove si fa riferimento alla presenza dei giornali già agli inizi del Novecento. Essa, inoltre, è significativa dal momento che fa riferimento ad un "giornalismo magniloquente" tipico di quell'epoca, il che può farci riflettere su come il modo di scrivere un articolo di giornale cambi a seconda del periodo storico in cui il giornalista stesso si trova a vivere.
Quello che emerge nel libro, inoltre, è un tipo di giornalismo quasi "onnipresente", ossia sempre attento e pronto a cogliere lo scoop del momento e a far finire sotto i riflettori tutto ciò che,secondo i giornalisti, meriti un posto in prima pagina, in modo da spingere i lettori a comprare il giornale stesso. 



Il Wall Street Journal alla sua prima uscita, 8 Luglio 1889


Il Wall Street Journal è ancora oggi uno dei giornali più seguiti negli Stati Uniti d'America e non solo. Ecco il link per il sito web : 
http://online.wsj.com/home-page?_wsjregion=na,us&_homepage=/home/us


Per chi volesse saperne di più sulla storia del giornalismo, ecco il link alla pagina di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Giornalismo


Anche quest'anno si terrà il Festival del Giornalismo Internazionale a Perugia. Ecco la presentazione ufficiale:








mercoledì 7 maggio 2014

Mezzi di trasporto...uno sguardo al FUTURO!

"Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato. " 
Friedrich Nietzsche

Prendendo come spunto dei vecchi post sulla storia dell'automobile così come dell'idrovolante e infine della metropolitana, vorrei, partendo da questa citazione di Nietzsche, riflettere su quello che si prospetta essere il futuro dei mezzi di trasporto. Questo, infatti, è un argomento che sento molto vicino ai miei interessi e a quello di cui vorrò occuparmi in futuro.
Insomma, cosa ci aspetta?






I primi prototipi di auto totalmente a idrogeno hanno cominciato ad essere testati su strada. In Giappone la Toyota e la Honda hanno consegnato a istituzioni governative i primi esemplari che utilizzano come combustibile unicamente l'idrogeno, mentre già da qualche anno circolano vetture "ibride", basate cioè su un sistema di alimentazione misto, che alterna l'utilizzo della benzina all'elettricità. A Tokyo non esiste più benzina senza piombo mentre in Cina nel 2002 è stata inaugurata la prima linea commerciale ad alta velocità basata sul trasporto a levitazione magnetica che collega l'aeroporto internazionale di Shanghai con il centro. Inoltre, l'uso dei mezzi privati è fortemente scoraggiato (in alcune città è quasi del tutto reso inutile dalla presenza di una rete capillare di metropolitana e di autobus particolarmente efficienti). Tuttavia non tutti i paesi hanno ancora raggiunto un livello di efficienza tale da rinunciare completamente all'uso di auto, moto e altri mezzi di trasporto oggi diffusi. Staremo a vedere cosa ci riserverà il futuro. 

Intanto, ecco un video dimostrativo della tecnologia a levitazione magnetica già presente a Shangai : 





Ecco un documentario realizzato da Piero Angela sullo stesso argomento:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1c6e4668-1253-4766-a6b9-5e91f9066bf3.html#p=0

lunedì 5 maggio 2014

La METROPOLITANA


"...e Henry L. Palmetto che si uccise gettandosi sotto un treno della metropolitana a Times Square."
         (Capitolo 4, pag 51)



Vagone della metropolitana di New York risalente agli anni Venti e recentemente restaurato


Allego il link sulla storia del sistema metropolitano di New York, ovvero  "The New York City Subway". Buona lettura!

Il "Saturday Evening Post"


"Dentro, la stanza cremisi splendeva di luce. Tom e la signorina Baker 
sedevano alle due estremità del lungo divano e lei gli leggeva forte il Saturday Evening Post: le parole sommesse e inespressive si confondevano insieme in un tono pacato."
        (Capitolo 1, pag 16)



Copertina del Saturday Evening Post, 1923

Il Saturday Evening Post, periodico di Filadelfia, fondato come quotidiano nel lontano 1821, continua ancora oggi ad intrattenere il pubblico americano e non solo. Per quasi 300 anni ormai, ha raccontato la storia americana riflettendo su tutte quelle caratteristiche che ancora oggi contraddistinguono il cosiddetto "American Way". Sin dalla sua fondazione, ma soprattutto a partire dai primi anni del 1900, il Post diventa famoso in seguito alla pubblicazione di piacevoli racconti a puntate così come di opere di grandi autori del tempo come Ray Bradbury, Agatha Christie, William Faulkner, F. Scott Fitzgerald, Edgar Allan Poe, J.D. Salinger, e Kurt Vonnegut, e continua ancora oggi nella ricerca e nella scoperta di giovani e talentuosi scrittori del ventunesimo secolo.
Negli anni Cinquanta il Saturday Evening Post ebbe un forte calo delle vendite, tanto che nel 1969 ne fu interrotta la pubblicazione. Riprese nel 1971 e da quegli anni, il Saturday Evening Post cominciò anche a pubblicare molti articoli di medicina e salute, così come sull' educazione, sulla cultura e sulla società in genere, oltre ai racconti degli scrittori, alternando una linea “letteraria” e una più vicina alle famiglie.





Curiosità
Anche il nostro autore, Fitzgerald, iniziò a pubblicare i suoi primi lavori sul Saturday Post, presentandosi così per la prima volta al pubblico americano. Questa è la copertina che, in occasione dell' uscita della quarta versione cinematografica del Grande Gatsby nel 2013, il periodico statunitense ha voluto dedicare all'autore, pubblicando inoltre una raccolta dei suoi primi racconti intitolati "The Gatsby Girls", che comparvero per la prima volta negli anni Venti proprio sul Saturday Post Evening.

Per saperne di più clicca qui : http://www.saturdayeveningpost.com/news/fitzgerald-gatsby

giovedì 1 maggio 2014

A proposito di...FILM!

Forse non tutti sanno che nel 2013 è stata girata una versione cinematografica del libro "Il Grande Gatsby" su cui si basa questo blog.
Il film è diretto da Baz Luhrmann ed interpretato da Leonardo DiCaprioCarey Mulligan e Tobey Maguire
In realtà questa pellicola è la quarta trasposizione cinematografica del romanzo, dopo una versione muta del 1926 andata perduta, una seconda del 1949 e una terza, più famosa, del 1974, diretta da Jack Clayton.
Questa è la locandina del film che proprio quest'anno si è aggiudicato l' Oscar nelle categorie "Miglior scenografia" e "Migliori costumi"





Trailer ufficiale  2013



Per chi fosse interessato, ecco il link con il trailer della versione del 1974: https://www.youtube.com/watch?v=1MstmidhHNQ

Illuminazione ed Illuminismo

Ricollegandomi al post sull' Illuminazione, voglio qui mettere in evidenza il legame tra l' Illuminismo e l' illuminazione, la luce. 

L'etimologia della parola ILLUMINISMO è infatti fondata sulla metafora della luce, ripresa dal motto di Lutero e della Ginevra protestante "Post tenebras, lux!" ossia "Dopo le tenebre, la luce!". Qui il significato religioso di illuminazione divina assume una connotazione tutta terrena e diventa sinonimo di "luce che rischiara le menti", espresso in francese con il termine Lumièrs, in inglese Enlightenment e in tedesco Aufklärung.



"IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI" - Francisco Goya,1798




L'Illuminismo infatti è proprio quel movimento politico, sociale, culturale e filosofico sviluppatosi approssimativamente nel secolo XVIII in Europa, in particolare in Inghilterra, anche se poi troverà la sua massima diffusione in Francia. Gli Illuministi si ponevano come obiettivo quello di rischiarare le menti degli uomini dalle tenebre dell'ignoranza e della superstizione così come dai pregiudizi e dalle false credenze, attraverso i LUMI DELLA RAGIONE.


La libertà che guida il popolo, dipinto da Delacroix nel 1830


Questa è la definizione che ne dà Immanuel Kant nel suo saggio "Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?" del 1784.

"L'illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza - è dunque il motto dell'illuminismo."


Per la versione integrale clicca qui: